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Molise 1/136 – Santa Maria del Molise

Immagine del redattore: Lorenzo Di MariaLorenzo Di Maria

Aggiornamento: 5 apr 2022

Il viaggio, lento, che abbiamo deciso di intraprendere alla scoperta del Molise parte dalla Contea (e non potrà che finire sul monte Fato, detto per gli amanti del Signore degli Anelli). Ma sorvolando su queste cose da nerd, c’è da dire subito che il paesaggio naturalistico di questa zona è di quelli che lasciano a bocca aperta. Non te lo aspetti. E non c’è solo il torrente, il laghetto, la cascatina, ma anche imponenti montagne tutt’attorno – il Matese – e tornanti invasi da ginestre dorate alte cinque metri che a Leopardi gli passava la gobba, cacchio.



Mattinata passata sul prato, poi ci avventuriamo in paese. Un paesotto, Santa Maria del Molise: una fontana, 700 abitanti, un allevamento di anguille e gamberi, una bella chiesetta ottocentesca dedicata ai santi patroni Filippo e Giacomo. Mi guardavo attorno, non mi spiegavo mica le origini sannitiche, la rifondazione longobarda nel VII secolo… Di radici insomma così antiche neanche una traccia.



Risaliamo in macchina, mi addentro, prendo una strada forse contromano e poi decido di svoltare a sinistra, senza insegna alcuna a spoilerarmi la destinazione. Mi ritrovo sui tornanti dorati di cui sopra, salgo salgo salgo, sicuro che presto o tardi avrei dovuto fare una di quelle manovre che ti cala il sudore tra le chiappe, anche lì a 950 metri sul livello del mare. E invece niente: compaiono casupole che le vedi e pensi “Ma no, non sono case. Sarà una cordata rimasta a mezza altezza su qualche scarpata di sesto grado”.



Era Sant’Angelo in Grotte. Un pugno di case, tre viarelle, una cura incredibile, una vista mozzafiato – a destra il Matese, a sinistra tutto il Molise, fino a Campobasso e oltre. Sant’Angelo è un antico feudo che i Longobardi (eccoci qua) fondarono su indicazione, pare, di un tipetto alato, tale Michele Arcangelo. C’è una grotta bellissima dedicata a San Michele, ma l’abbiamo trovata chiusa, causa Covid, così ci hanno detto. Testimonianze di un passato medievale sono, in bella mostra, ad ogni angolo di strada, e c’è questo campanile basso e tozzo che è un gioiellino. Nella chiesa di San Pietro in Vincoli c’è anche una cripta gotica e un ciclo di affreschi del Trecento. Ma abbiamo trovato chiuso anche qui, causa Covid, così ci hanno detto.



Originariamente, quindi, Santa Maria del Molise era Sant’Angelo in Grotte. Poi, nel 1805, un terremoto – sono sempre i terremoti – ha spinto la popolazione superstite a valle. Quando poi qualcuno è risalito tra i monti, Sant’Angelo s’è ritrovata frazione di Santa Maria. S’era fatto tardi, casa.



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