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Immagine del redattoreLorenzo Di Maria

Molise 9/136 – Montorio nei Frentani

Aggiornamento: 27 apr 2022

Il “nemico” di Montelongo è l’annoso avversario di quella sociologicamente straordinaria guerra tra poveri che risponde al nome di campanilismo. A separare i due paesi 3 km di eolico selvaggio, pochi metri di altitudine, poche decine di abitanti.



Si pensava che Montorio, nei Frentani per distinguerlo dai mille altri Montorii sparsi in Italia, fosse stata fondata dai fuggiaschi di paesi limitrofi durante le invasioni barbariche. In realtà l’archeologia testimonia origini ben più antiche: era la Courmayeur estiva dei nobili di Larino, e alle sue porte combatterono anche Annibale e Fabio Massimo. In epoca longobarda poi, fu innalzata una chiesa a San Michele – ora resta solo la fontana: culto “acquatico” quello di San Michele – e attorno ad essa un piccolo villaggio, Casale S. Angelo, oggi scomparso. Il paese più antico, quello ancora esistente, conserva, visibile a tratti, una doppia cinta muraria, diverse torrette, diverse porte, un castello feudale, tutto pressoché mimetizzato. Prima longobardo sotto Larino, poi normanno sotto Rotello, poi in mano alla dinastia dei De Molisio (i fedelissimi del Guiscardo che danno il nome alla regione), ecc. Nel Quattrocento le mura interne resistettero vari giorni all’assalto di Ferdinando I d’Aragona. Nello stesso secolo arrivò anche qui gente dai Balcani, mentre, almeno un secolo prima, era stato meta degli ultimi abitanti della vicina Gerione, completamente rasa al suolo dal terremoto del ‘56.



Nel 1741, con una letterina strappalacrime Mons. Tria, vescovo di Larino, chiedeva al papa reliquie da venerare per Montorio. Andò lui stesso a Roma per assicurarsi che dalla fossa comune di Santa Priscilla pescassero bene, ossia un martire “vero”. San Costanzo, patrono, è un nome di fantasia, simbolico, ed è straordinario vedere come l’arrivo in paese sia l’inizio della storia di un santo (e viceversa). Le reliquie oggi sono conservate nell’altare della chiesa dell’Assunta: fondazione normanna ma di aspetto settecentesco (barocco e terremoti sono le armi con cui la Storia ci ha sconfitti), comunque bellissima, conserva la pala tardocinquecentesca del fiammingo Teodoro D’Errico (Dirk Hendrix). È la prima (record!) Annunciazione con Gabriele svolazzante, la più bella testimonianza artistica rinascimentale del territorio bassomolisano.



Tre cosette ancora: a Montorio c’è la Sagra delle tolle (pannocchie) e io impazzisco per le tolle; il barone Francesco Magliano di Montorio è tra i più importanti ministri della Giustizia del regno di Napoli preunitario; a Montorio ogni anno si svolge una iniziativa meravigliosa, “Noi… artisti di questa terra”, perché qui in Molise non sappiamo cosa fare e quindi diventiamo artisti. Casa.



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