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Immagine del redattoreLorenzo Di Maria

Molise 7/136 – Carpinone

Aggiornamento: 27 apr 2022

Ferragosto, e andiamo a vedere ‘ste benedette cascate di Carpinone. La mia pancia non è più abbastanza piatta da permettermi sfacchinate del genere, ma se avessi ceduto alla mia lipidica pigrizia mi sarei perso una roba pazzesca.



Salite micidiali per i grassoni come me, sentieri stretti ricavati da scarpate rocciose, ma il tutto di una semplicità sconcertante, ampiamente fattibile a chiunque. E alla fine ci si ritrova in una di quelle selve fatate che spunta a ‘na certa in ogni fantasy. Due cascate, lo Schioppo, più modesta, e la Carpino, imponente. E l’immancabile giro scalzi, a ferirsi i piedi sui ciottoli appuntiti nell’acqua ghiacciata.



Ma Carpinone, 1100 abitanti, il nome dal fiume Carpino, è bella a prescindere, come ha detto di recente, copiandomi, la Lucarelli. Soprattutto perché agghindata per il dì di festa: San Rocco, l’indomani. Per alcuni di fondazione longobarda (VIII sec.) – e annessa alla contea di Bojano –, per altri fondata da Giovanni abate (X sec.) – quindi sotto il potentato dell’abbazia di San Vincenzo al Volturno; come e comunque il castello, pentagonale, eretto in cima a una scarpata, ora abbandonato, risale all’XI sec. Fu però distrutto: 1223 dal già visto Ruggero di Pescolanciano per volere di Federico II, e ricostruito poi nel Trecento; 1456, da ‘sto terremoto tremendo (passò ai Caldora che ancora gli danno il nome); 1805, altro terremoto distruttivo (‘na strage).



Sono belle anche l’antica chiesa dell’Assunta – eretta nel Trecento su una cappella dedicata a San Michele (poco venerato da queste parti, mi dicono…) –, anch’essa vittima di restauri troppo spesso indecenti, e quella, più bella, alla Madonna di Loreto, costruita nel Seicento da un tipo a cui questa comparve in sogno. La vera chicca è però il centro storico tutto attorno: impianto medievale, salite infinite e una decadenza lasciata intatta, non rattoppata bensì esaltata, cristallizzata, paradossalmente, nel suo consumarsi.



Tuoni all’orizzonte: avevamo appena pranzato con pizza fatta in casa, salsicce inforcate e azzannate e uova sode per contorno. Casa.



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